L'escursione che voglio ricordare è quella del Gennaio del 2010 da Campigno al Monte Lavane.
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A Grognole |
Già il fatto di andare in quel mese invernale verso il Lavane avrebbe dovuto rendermi ( o forse meglio renderci ) un pò più prudenti ed avveduti sui rischi dovuti alle condizioni climatiche , ma alla partenza da Marradi c'era un pallido sole e nessuna traccia di neve .Siamo quindi partiti da Campigno baldanzosi ma con una tenuta più autunnale che invernale.
Fino a Grognole nessun problema con strada pulita , cielo nuvoloso e buona visibilità.
Man mano che però salivamo verso il rifugio della baita di Monte Giuliano il tempo peggiorava con una nebbia sempre più fitta , neve alta 15-20 cm e grande freddo.La strada era stata però battuta dal passaggio recente di un fuori-strada e così ci sembrò abbastanza facile raggiungere la Baita.
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verso la Baita la guida controlla il gruppo |
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l'illusione del sole allontanandoci dalla Baita |
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in marcia verso la Capanna del Partigiano |
Indecisi se continuare o tornare indietro fummo convinti a proseguire dalla comparsa di un pallido sole che faceva presagire un miglioramento del tempo. In realtà il tempo peggiorò velocemente , con l'abbassarsi nuovamente di una fitta nebbia che unita al gelido vento di tramontana ed alla neve sempre più alta , e questa volta non segnata da nessuna traccia , ci rese estremamente difficile sia l'orientamento sia fisicamente il raggiungere la Capanna del Partigiano. Ma nonostante tutto , con Remo e Mengo che facevano strada,ci arrivammo.
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Tommaso il solitario |
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la capanna |
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sembra una tenda ma è il vetro ghiacciato della capanna |
Dentro la capanna c'era ovviamente un gelo tremendo.Cercammo in tutti i modi di accendere un fuoco , ma non eravamo attrezzati e i legni trovati erano bagnati. Mangiammo qualcosa velocemente e dato che era già tarda mattinata decidemmo di ripartire subito per scendere a valle prendendo la strada più veloce..
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intorno alla capanna |
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inutili tentativi di accendere il fuoco |
E qui fu la cosa più difficile sia perché la strada , la cosìdetta "Candela " era coperta da oltre 30-40 cm di neve , sia perché per la nebbia non vedevamo il sentiero sia perché ( non-ben attrezzati ) avevamo mani e piedi semi-congelati.
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la discesa |
La discesa fu lenta e faticosa ma lungo la strada trovammo il modo di distrarci seguendo prima le orme di un gruppo di cinghiali , poi vedendo una orma fresca di lupo , e infine seguendo una lunga striscia di foglie secche arrivammo alla tana di un tasso.
Finalmente arrivammo al fosso del torrente di Campigno dove ritrovammo la strada senza neve, anche se ghiacciata , per cui nel primo pomeriggio tornammo a casa congelati ma contenti di quell'avventura.
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orma di lupo |
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tracce del tasso fino alla sua tana |
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verso Campigno |
Da allora ne abbiamo fatto altre di escursioni nella stagione invernale , stavolta però ben attrezzati e preparati.
Ma queste le racconteremo un'altra volta.